Storia
Dettaglio Castello di Porcia
Dettaglio Castello
Statua presente presso Villa Correr Dolfin
Particolare Villa Correr-Dolfin
Campanile Pieve
Campanile di Pieve

la storia della città di porcia

Protagonista del territorio di Porcia non è solo l’ambiente naturale, ma l’uomo che lo ha reso vivo e operoso, lasciando testimonianze storiche nel borgo castellano e nelle campagne circostanti, con tracce del passato che possiamo ripercorrere anche oggi.

Numerosi in zona sono gli insediamenti preistorici già a partire dalle età del Bronzo e del Ferro, come le località Castellet, Castelir di Pieve (sicuramente un castelliere), San Cristoforo, ma soprattutto Santa Ruffina di Palse, dove è stato portato alla luce un villaggio paleoveneto, il più importante insediamento dell’età del Ferro in tutto il Friuli occidentale (IX-VIII secolo a.C.).

I toponimi, i ritrovamenti e le fondamenta del castello ci raccontano l’epoca romana di Porcia dopo la fondazione ufficiale di Aquileia nel 181 a.C.

Questo ampio e fertile territorio raggiunse una grande fioritura tra il I secolo d.C. e la prima metà del secolo successivo, per essere poi caratterizzato dalla pressione barbara ai confini e dalla crisi economico-militare dell’Impero.

Con l’avvento del Cristianesimo si diffusero anche nel Friuli occidentale nuovi centri ecclesiastici che controllavano i territori attraverso le Pievi, entità non solo religiose e liturgiche ma anche amministrative: dal latino plebs, cioè plebe, il termine infatti stava già ad indicare il senso di comunità che vedeva nella chiesa “matrice” il suo centro di riferimento.

È probabile che proprio ai primi secoli della cristianizzazione risalga la Pieve di Palse.

Nei secoli successivi l’area tra Livenza e Meduna subì passaggi e dominazioni diverse fino ad arrivare nel’Alto medioevo alla graduale creazione di nuovi castelli e alla conversione di molte pievi in chiese fortificate. Il nuovo millennio si apriva su un Friuli in parte popolato, con una viabilità dissestata, l’allevamento depauperato da razzie ed epidemie e l’agricoltura impoverita da una cattiva gestione.

Risale a quel periodo il primo feudo dei Prata-Porcia-Brugnera con una prima fortificazione eretta a Prata di Sopra, particolare che spiega l’origine del nome della famiglia che ne fu infeudata.

Successivamente nacque il primo nucleo del castrum di Porcia, in un luogo strategico poiché poteva controllare i corsi d’acqua in buona parte navigabili e le arterie commerciali più importanti.

Un documento di investitura del 1188 attesta la presenza anche di un terzo sito fortificato a Brugnera, assegnato assieme agli altri a Guecelletto, primo signore di Prata.

In seguito a un periodo di accesi conflitti, nel 1214 la famiglia dei Prata si divise in due rami che facevano riferimento ai due figli di Guecelletto: Gabriele continuò il nome dei Prata mantenendo la signoria originale, mentre Federico assunse per sé e i propri eredi la denominazione di Porcia-Brugnera ed ebbe i rimanenti possedimenti compresi quelli attorno al castello di Brugnera.

Nel 1418 la Repubblica di Venezia occupò quasi tutto il Friuli e la famiglia dei conti di Porcia vi si sottomise spontaneamente, mantenendo le sue prerogative e ottenendo nel tempo posizioni di rispetto nella Serenissima, ricoprendo anche importanti cariche politiche e militari.i

Seguì un periodo abbastanza stabile, interrotto dalle invasioni turche del 1499 e dalla guerra di Cambrai.

Nel 1600 un forte terremoto in Friuli causò un impoverimento anche del territorio di Porcia; furono anni difficili in cui il feudo purliliese dimostrò comunque un certo dinamismo imprenditoriale grazie alla progressiva affermazione di una nuova ricca borghesia terriera e un’intraprendente aristocrazia locale.

Il 1700 esordì con nuovi conflitti, ma tutto il Friuli visse con una certa vitalità culturale e religiosa il lento declino della Serenissima. Alcune famiglie di origine veneziana si stabilirono nella Destra Tagliamento con nuove competenze imprenditoriali i cui nomi sono ancora oggi noi: Linussio, Zanon, Freschi, Galvani. Il Settecento a Porcia fu anche il secolo che produsse numerosi figure di notai appartenenti alle famiglie locali più antiche.

Nel 1797 nell’arco di pochi mesi austriaci e francesi occuparono il territorio veneto. Porcia nel 1809 fu teatro della battaglia dei Camolli, in cui gli austro-ungarici aprirono le ostilità contro Napoleone. Vinsero i Francesi che occuparono l’Italia del Nord fino al 1814.

Dopo il Congresso di Vienna, dal 1815 Porcia passa sotto il Regno austro-ungarico fino alla sua annessione al Regno d’Italia nel 1866, con una popolazione di più di 2000 abitanti.

Girolamo da Porcia, Nunzio apostolico in Germania e autore di una citatissima Descrizione della Patria del Friuli, così descrive Porcia: «Porzia è castello murato e contado di là del Tagliamento… ha un campanile fatto sul modello di quello di San Marco, in Venezia, sopra il quale si può ascendere a cavallo… questo castello è grosso, benissimo accasato, con acque assai». E aggiunge, non senza una punta di domestica vanità: «Vi sono belli palazzi dei conti e due bellissime torri, una delle quali si dice antica più di mille e seicento anni». La famiglia dei principi di Porcia, che deteneva il primo posto nel Parlamento Friulano, vantava prestigiosi vincoli di parentela con i Caminesi, gli Ezzelini, i Carraresi, gli Scaligeri e i Visconti. Suoi membri – lo si coglie perfettamente in questo spaccato dell’epoca – si distinsero nella cultura, nella diplomazia, nelle armi e nella vita ecclesiastica, tennero insomma costantemente impegnata la ribalta. Un evento epocale in quest’angolo remoto della Terraferma veneta s’ebbe nel 1532 quando i castellani ospitarono, in una superba cornice, l’imperatore Carlo V, il più potente sovrano dell’epoca. Sempre a Porcia sosterà, nel 1574, Enrico di Valois, diretto a Parigi per assumere la corona di Francia.

Lo stemma di Porcia

 “Troncato, di rosso al castello d’argento, aperto e finestrato di nero, e di azzurro a due gigli d’oro”.

Lo stemma è stato formalmente concesso con Decreto del Presidente della Repubblica del 18 gennaio 1958, unitamente al gonfalone (“drappo troncato di bianco e d’azzurro”). A seguito del Decreto del Presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia n. 71 del 18 marzo 2003 (che conferisce a Porcia il titolo di “città”) lo stemma si fregia della corona d’oro di rango, con cinque torrette visibili (in luogo di quella precedente da “comune”: d’argento e merlata).

Il castello simboleggia quello dei conti di Porcia, tutt’ora presente nel capoluogo, e i gigli sono ripresi dall’arme antica della famiglia, che è “d’azzurro, a sei gigli d’oro, posti 3, 2, 1 al capo d’oro” e che, secondo la leggenda, sarebbe stata concessa ai Porcia per un privilegio del re di Francia, in segno di gratitudine (leggenda priva di fondamento tramandata in famiglia a partire dal conte Jacopo di Porcia che la riporta in una sua lettera del 1490).

Il toponimo Porcia deriva da Porcileis, Porcellais, Purciglis, derivazioni dal latino purcilia ovvero stalla per i porci. I conti di Porcia e Brugnera cercarono di affermare un’altra lettura del nome del paese: “purlilium” (Purogiglio), di cui si fregiava la nobile famiglia e che ancora oggi viene utilizzato.

 

Porcia. Una Città tra storia, cultura e industria, Città di Porcia

AA.VV. in Porcia, Le Tre Venezie 2003

Roberto Gargiulo, Storia di Porcia, Biblioteca dell’Immagine 2010

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